History of the Peloponnesian War

Thucydides

Thucydides. Della storia di Tucidide volgarizzata libri otto. Anonymous translator. Florence: Tipografia Galileiana, 1835.

Frattanto Mindaro ed i Peloponnesi colle navi che erano a Chio, preso il foraggio per due giorni, ed avute dai Chii tre tessaracoste chie a testa, il terzo dì partirono sollecitamente da Chio, e vennero nell’alto per non incontrare la flotta ateniese ad Ereso ; e veleggiavano verso terraferma , avendo Lesbo in sulla sinistra. Ed approdati al porto di Crateree nella Focaide vi pranzarono; indi percorrendo la costa di Cuma vanno a cenare nell’Arginusse di terraferma dirimpetto a Mitilene ; e di lì essendo ancora alta la notte, giungono piaggia piaggia ad Amatunta situata in terraferma di faccia a Metimna. Poscia dietro mangiare trascorsero frettolosamente la spiaggia di Lecto, di Larissa, di Amassito e di altri luoghi di questo tratto; e prima della mezza notte arrivarono a Rezio , ove comineia

T Ellesponto. Alcune di queste navi approdarono anche » Sigeo ed altrove ne?luogln di quella costiera.

Gli Ateniesi che erano a Sesto con diciotto navi, poiché videro il segnale delle faci e molti fuochi accesi repentinamente nel territorio occupato dai nemici, conobbero che i Peloponnesi entravano nell9 Ellesponto. E nella medesima notte , al più presto possibile, tenendosi dappresso alla costa del Chersoneso navigarono ad Eieunte, volendo schivare le navi nemiche col tirarsi in alto mare, E veramente non furono osservati dalle sedici navi di Abido, tuttoché elle avessero ordine dalla flotta amica di Mindaro di stare in guardia per osservare diligentemente se gli Ateniesi uscissero dalla loro stazione. I quali, avendo veduta , sul far dell’aurora , la flotta condotta da Mindaro , si diedero tostamente a fuggire. Nè già poterono tutte le loro navi sottrarsi al nemico : nondimeno la maggior parte di esse si ricovrarono ad Imbro edaLemno; e quattro che erano alla coda dell’ armata furono prese dinanzi ad Eieunte; una urtata a terra presso il tempio di Prolesilao fu presa insieme colle persone, due altre senza persone , ed una abbruciata vuota presso ad Imbro.

Dopo questo i Peloponnesi, riunitisi con le navi d’Adibo ed altre, sicché in tutte erano ottantasei, il giorno stesso si misero intorno ad Eieunte ; e siccome non facea vista di rendersi, ri navigarono ad Abido. Gli Ateniesi poi ingannati dai loro speculatori, e persuasi che la flotta nemica non potrebbe tragittar furtivameute, stavano fermi a batter le mura di Ereso. Ma appena si avvidero che i Peloponnesi eran passati, abbandonata subito Ereso corsero prestamente a soccorso nell’ Ellesponto, e presero due navi de’ Peloponnesi, che trasportatesi troppo arditamente nell alto nell’inseguire i nemici, come innanzi dicemmo, s’imbatterono in loro. Il giorno appresso arrivano ad Eieunte, ove fermarono il corso, e ricondussero da Imbro

quelle navi che vi si erano rifugiate ; e per cinque giorni si preparavano alla battaglia navale.

La quale fu poi combattuta in questo modo. Gli Ateniesi con le navi schierate in fila si avanzavano radendo la costa verso Sesto.; ed i Peloponnesi sentito ciò da Abido si mossero incontro aneli’essi. E vedendosi da ambe le parti inevitabile la battaglia , gli Ateniesi distesero le ali delle loro sessantotto navi rasente al Chersoneso, incominciando da Idaco fino ad Arriana ; ed i Peloponnesi schierarono le loro ottantasei da Abido (ino a Dardano. Tenevano i Siracusani l’ala destra de’Peloponnesi; la sinistra Mindaro in persona con le navi più spedite: dalla parte degli Ateniesi, Trasillo era sulla sinistra, Trasibulo sulla destra , e gli altri capitani nel posto assegnato a ciascuno. Si affrettavano i Peloponnesi d’essere i primi a menar le mani, e di serrare ai nemici (se fosse possibile) l’uscita fuori dell’Ellesponto, sorpassando con la loro sinistra la destra degli Ateniesi, e urtandoli sul centro ributtarli verso la terra che non era lontana. Di che accortisi gli Ateniesi spingono le navi a far fronte nel luogo ove i nemici volevano chiuder loro il passaggio, e li prevennero vogando con più prestezza. Già il corno sinistro de’Peloponnesi avea oltrepassato il promontorio chiamato Cinossema ; e gli Ateniesi per quella mossa si ridussero nel centro con navi deboli e disgregate, tanto più che neaveano un minor numero. Cosicché l’ambito del Cinossema presentando una voltata acuta ed angolare, impediva la vista di ciò che accadesse al di là di esso.

I Peloponnesi pertanto scagliatisi sul centro degli Ateniesi sospinsero le navi di essi nelPasciutto, e superiori di gran lunga nel combattimento sbarcarono a terra. Non poteva Trasibulo dalla destra recar soccorso al centro a cagione delle tante navi che gli erano addosso; e nemmeno lo poteva Trasillo dalla sinistra, perchè il promontorio Cinossema

che era di mezzo gli togliea la vista de suoi, e perchè i Siracusani e gli altri schierati di contro a lui, che non eran meno di quei che stavano a fronte di Trasillo, gli (lavano che fare. Finalmente i Peloponnesi inseguendo sicuramente, perchè vincitori, chi una nave chi un’altra, vennero a mancare in qualche parte al buon ordine. E Trasibulo vedendo ristarsi le navi che aveva a fronte cessò di più prolungare la sua ala , e girato di bordo si diede a respingerle, e le caccia in fuga. Quindi venuto su quel lato ove i Peloponnesi vincevano, trovò le loro navi sparpagliate, e si diede a percuoterle, e mise in paura la maggior parte di esse, senza nemmeno combatterle. Già anche i Siracusani avean ceduto a Trasillo ; e quando videro fuggire gli altri, essi pure si diedero maggiormente alla fuga.

Messi in rotta i nemici, e da primo ricovratisi i Peloponnesi al fiume Pidio principalmente, e poi ad Àbido, gli Ateniesi s’ impossessarono di poche navi, perchè essendo stretto l'Ellesponto offriva agli avversari de’rifugi a breve distanza; ma pure ebbero essi veramente opportunissima questa vittoria navale. Imperocché laddove fino ;i qui temevano della il otta peloponnesia , per le disgrazie in breve tempo sofferte e per la sconfitta di Sicilia , cessarono adesso di’accusar sè stessi, e si tolsero giù dall’opinione che i nemici avessero qualche pregio nella disciplina marinaresca. Ed in questa battaglia presero otto navi ai Cliii, cinque aiCoriutii, due agli Ambracioti, due ai Beozìi, ed una per uno ai Leucadii, ai Lacedemoni, ai Siracusani ed ai Pellenii. Quindici furono quelle che essi perderono. Alzarono poscia il trofeo sul promontorio ov’è il Cìinossema, ripresero i rottami delle navi, restituirono i cadaveri ai nemici sotto salvocondotto, e spedirono una trireme ad Atene ad annunziar la vittoria. Gli Ateniesi all’arrivo di questa nave, ed al sentire sì inaspettata fortuna, dopo

le recenti sciagure dell’Eubea e quelle della sedizione, ne presero gran conforto, e giudicarono possibile che i loro affari tornassero alla primiera superiorità, ote animosamente vi si addessero.

Quattro giorni dopo il combattimento navale gli Ateniesi di Sesto risarcite sollecitamente le navi sciolsero sopra Cizico che si era ribellata , e viste ferme sull’ancora , presso Arpagio e Priapo, le otto navi ritornate da Bizanzio, mossero contr’esse, vinsero in battaglia le persone che erano scese a terra ,es’ impadronirono di quelle navi. Quindi pervenuti anche a Cizico che era senza mura la riguadagnarono e ne cavaron denaro. In questo mentre i Peloponnesi da Abido diressero il corso ad Eieunte, e delle loro navi fatte prigioniere ripresero quelle che erano in buono stato (che le altre erano state abbruciate dagli Eieusi), e spedirono nell’Eubea Ippocrate ed Epicle per ricondurne le navi che colà erano.

Circa questi medesimi tempi Alcibiade da Cauno e Faselide ritornò con tredici navi a Samo, recando la nuova di aver distornato la flotta fenicia dal venire a soccorso dei Peloponnesi, e d’aver reso Tissaferne amico agli Ateniesi vie più di prima. Armò poi nove navi oltre quelle che aveva, riscosse molto denaroda gli Alicarnassii, e principiò a munire Co. Fatto questo, e stabiliti magistrati in Co, ritornò in Samo, ed era ornai verso l’autunno. Tissaferne, quando ebbe inteso che la flotta de’ Peloponnesi da Mileto era andata nell’ Ellesponto, si mosse da Aspendo alla volta della Ionia. Ora è da sapere che mentre i Peloponnesi erano nell’ Ellesponto, gli abitanti di Antandro, che sono Eoliesi, trovandosi oppressati da Astaco persiano luogotenente di Tissaferne, introdussero in città delle truppe gravi fatte venire da Abido per la via di terra attraverso il monte Ida. Questo Astaco medesimo dissimulando il suo odio segreto contro i Delii passati ad abitare in Atramittio

(quando per purgar l’isola furon fatti spatriare dagli Ateniesi ) avea invitati i più prodi di loro ad una spedizione, e gli avea condotti in campagna sotto colore d’amicizia e di alleanza ; e colto il tempo che essi pranzavano , li fece accerchiare dalla sua gente, ed uccidere a furia di dardi. Per questo fatto adunque temeudo gli Antandrii che e’non fosse per commetter qualche barbarie anche contro loro , e vedendosi posti addosso de’carichi che non potevano sopportare , cacciaron via dalla rocca la guarnigione di lui.

Informato Tissafeme anche di questa azione dei Peloponnesi, oltre a ciò che era seguito a Mileto ed a Cnido, donde medesimamente furon cacciate vìa le sue guarnigioni , credette di esser caduto in gran discredito dinanzi a loro. E perchè temeva che non gli facessero qualche altro danno, ed aveva a male che Famabazo in minor tempo e con spesa minore, tiratili nella sua amicizia, non riuscisse meglio di lui a concluder qualche cosa contro gli Ateniesi, pensò di andare a trovarli nell’ Ellesponto, per querelarsi dell’accaduto ad Antandro, e per giustificarsi, nel modo più soddisfacente, delle accuse che gli venivano date per cagione delle navi fenicie e d’altre cose. Arrivato primieramente ad Efeso fece sacrifizio a Diana. E quando finirà l'inverno sussecutivo alla corrente estate, verrà con esso a compiersi l’anno ventesimoprimo di questa guerra.